Se ne stava li, a contemplare il soffitto.Da tempo qualcosa non andava.Ma cosa?Non lo sapeva, quel senso di oppressione, era puntuale come la voglia di andare al bagno dopo la colazione.Apriva gli occhi, il tempo di orientarsi, ed eccolo arrivare.Sale dalla bocca dello stomaco e arriva alla gola.
Se ne stava li a contemplare il soffitto.Come se fosse un foglio bianco su cui disegnare una storia nuova."Questa volta non mi freghi uso una matita, di quelle buone che quando cancelli non lasciano il solco"borbottò mentre contemplava quel soffitto un po rugoso.
Certo è che non sapeva disegnare, ecco dove stava l’inghippo, le idee erano buone, le aspettative pure, ma gli mancava quella manualità:"Certo che se voglio disegnare un sole, ma poi la mano disegna un vortice qui diventa tutto in salita!"Continuava a borbottare:"Non è colpa mia è colpa della mano!"
C’era molto caldo e stava li a contemplare il soffitto in mutande.Si sa il caldo non aiuta in queste situazioni!Amplifica le percezioni, che non sono certo le migliori."E poi come pretendo di disegnare con la mano sudata e la matita morbida? Ma cosa mi salta in mente!"
Se ne stava li, nel divano, ormai la schiena era incollata, aspettava il passaggio del ventilatore sui piedi, un po’ muoveva la tenda, un po’ le foglie della pianta, un po i piedi, così per minuti interminabili.
Lo sconforto la stava per assalire, ma alla 171esima volta di fresco sui piedi, tutto si fece chiaro, prese la matita, una bellissima 2B, la impugnava con una certa sicurezza, questa volta sarebbe andato tutto bene, come aveva fatto a non pensarci prima.
Dicevamo prese la matita e scrisse:"Sole"
Se ne stava li a contemplare il soffitto, il caldo si tagliava a fette e il corpo era madido di sudore, il braccio candido penzolava dal divano con la matita tra le dita, la soluzione era semplice, bastava riscrivere tutto, chi ha detto che doveva disegnare?Ma scrivere cosa?